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La numero uno

Ottobre 2001, il mio primo incarico da professionista. Al tempo ero assistente fotografo e stavo imparando il mestiere. Tuttavia l’art director Marco Tricomi volle mettermi alla prova e mi affidò il lavoro. Si trattava del noto brand Roy Rogers. Da poco New York aveva subito l’attacco che avrebbe cambiato la storia recente. Il mondo dei lustrini e delle frivolezze della moda era distante. C’era bisogno di un “reset”. Cercammo modelli con capelli lunghissimi, e scegliemmo una location naturale scarna ma intensa. Conoscevo bene quella scogliera, perciò andai a colpo sicuro. La giornata ventosa e il cielo velato sembravano fatti apposta. Il resto fu pellicola in bianco e nero e camera oscura.